Via di Porta Tenaglia, 7, 20121 Milano
ARTISTI:
Magdalena Suarez
Carla Accardi (Collezione Ramo)
Magdalena Suarez Frimkess risponde alle domande di
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo
Qual è la tua relazione con il disegno? Possiamo considerarlo come una tua pratica quotidiana? Quando è stata la tua prima mostra di disegni?
Ho iniziato a disegnare all’età di sette anni. Ero a scuola e le suore si accorsero che ero molto abile. Quindi da ragazza in Venezuela ho iniziato a prendere lezioni di disegno, principalmente nature morte e paesaggi. Poi mi sono sposata e trasferita in Cile, dove ho trovato un buon maestro, che arrivava dalla Yale University. Non so se hai mai sentito parlare di Josef Albers. Lui è stato un grande maestro anche per me, insegnava anche teoria del colore. Direi che ho provato a disegnare durante tutta la mia vita quando ne avevo la possibilità, ma avevo anche i bambini da crescere. Mi sono sposata in Cile: ero impegnata a fare la mamma, cercavo sempre però di dedicarmi anche al disegno. Mi viene da dire che sono nata per questo. Poi sono arrivata negli Stati Uniti grazie a una borsa di studio e dopo di che iniziò la mia soap opera: la mia vita là, in Cile, si è interrotta. Sono venuta negli Stati Uniti e mi sono sposata con Michael [Frimkess], anche lui artista. Non sapevo niente di ceramiche prima di Michael, quindi il disegno è arrivato prima. Lui realizzava le ceramiche e io ci disegnavo sopra. Il disegno è più veloce, invece la ceramica richiede un processo lento. Per questo a volte riesco a sviluppare le idee più velocemente con la penna. Questo è il motivo per cui disegno: ho un’idea e la metto giù immediatamente.
Hai mai guardato l’arte Italiana dell’ultimo secolo come fonte d’ispirazione del tuo lavoro?
Beh, so che uno dei miei antenati è stato un poeta e si chiamava Portantini. Non so se c’è una connessione tra la poesia e l’arte. La mia famiglia si chiedeva da dove arrivassero le mie abilità, non c’era nessuno che fosse un pittore. Quindi erano un po’ perplessi a riguardo, poi hanno scoperto che il mio bis-bis-nonno si chiamava Portantini: era italiano.
Come mai hai scelto questo disegno di Carla Accardi? Conoscevi già l’artista? Ne ho scelto uno ma senza nemmeno pensarci due volte, per caso. Come scelgo i soggetti da disegnare ogni giorno, casualmente: senza prestare troppa attenzione.
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Presentazione
Magdalena Suarez Frimkess inizia a disegnare nel 1936; già all’età di 7 anni le suore della sua scuola a Caracas riconoscono il suo talento. Come l’artista ricorda: “I miei fiori erano più belli di quelli delle altre ragazze, e allora ho iniziato a capire”. Quasi novant’anni dopo, Suarez Frimkess afferma come i suoi fiori di oggi non siano così differenti dai fiori di allora e di come “disegnare” sia un processo tutto incentrato sull’osservare. Per l’artista l’arte è una pratica quotidiana: fonte di gioia e vitalità. Sul processo del disegno di Suarez Frimkess e come si traduce nei suoi lavori in ceramica, lo storico Garth Clark dichiara: “A volte emergono accostamenti divertenti. Adotta una forma compositiva ispano-moresca su alcuni piatti e ciotole (lavorando anche con una tavolozza di colori simile), ma disegnando motivi e figure Maya. Tuttavia qui non c’è ironia intenzionale o
deliberate incursioni in culture opposte. Suarez ottiene queste interessanti commistioni principalmente in maniera casuale. “Mi sta a cuore l’aspetto esteriore del mio lavoro, se la composizione funziona, se il colore è giusto”, commenta l’artista “Sono indifferente a ciò che significa”. Lo stile è peculiare. Le superfici sono disegnate con un fitto tracciato di linee. Eppure, nonostante le composizioni siano spesso affollate, c’è una grande parsimonia nelle sue opere. Una figura, un albero o una macchia di fiori è suggerita da poche, ma efficaci linee. Il colore è utilizzato con libertà e gusto latinoamericano. La cosa più notevole del suo lavoro è comunque la facilità con cui Suarez adopera una palette tridimensionale”*
• Clark Garth, Michael and Magdalena Frimkess: A Retrospective View 1956 -1981, Ceramic Art Notebooks / 1, 1982.