Via Alessandro Stradella, 7, 20129 Milano
ARTISTI:
Marcello Maloberti
Giorgio Morandi (Collezione Ramo)
Marcello Maloberti risponde alle domande di
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo
Qual è il tuo rapporto con il disegno e con la storia dell’arte italiana del secolo scorso?
Penso che il disegno sia una pratica fondamentale, è un mezzo di espressione che riesce a mantenere una naturalezza che nemmeno la pittura è in grado di conservare. Il disegno è come un CANTO NUDO senza musica di sottofondo, è l’impronta del mondo, del pensiero puro.
Mi piace pensare al disegno come ad una MANO FELICE, non ci deve essere mai sforzo, mi viene in mente una delle mie Martellate: NON FAR FARE ALLA ROSA QUELLO CHE LA ROSA NON VUOLE FARE. Va mantenuta la naturalezza del fare, è come se fosse un fuori controllo.
Mi sembra che nel disegno che a me piace esca una certa italianità. Giorgio De Chirico, Arturo Martini, Mario Sironi, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Giorgio Morandi, Alberto Savinio sono nel mio dna, una metafisica del disegno italiano. Guardo anche artisti di altre nazionalità, ma alla fine ritorno sempre ai disegni dei Grandi italiani del ‘900. GLI ARTISTI SONO IDENTITÁ CONDIVISIBILI, si guarda il mondo con gli occhi del disegno e io sono un METAFISICO PADANO.
Perché hai scelto quest’opera di Morandi?
Ho sempre amato i suoi disegni, sono delle linee di vertigine: o stai sulla linea o cadi nel vuoto. Ho scelto questo disegno di Morandi a getto, a istinto, pensavo al suo essere ossessivo nei soggetti, che sono poi mondi, questa linea delle tazze è un pò come circumnavigare il mondo, come abbracciare il mondo.
Sono linee taglienti, delle lame, l’occhio è il mio equilibrista che sta in bilico sui segni di Morandi. I suoi disegni sono fuori e dentro il tempo. Nell’attimo del tempo c’è la morte e la vita.
Il disegno è come guardare la vita con gli occhi di Giorgio Morandi, è un parlare in assenza, un parlare in potenza, è un sentire le sue linee tese nello spazio. Il disegno è la prima impronta dell’uomo sul mondo, è un’idea del passato fuori dal tempo. Il disegno è il linguaggio più vicino allo sguardo, al meccanismo del pensiero, è pensare con le mani. È la sublimazione del piano, tutto si schiaccia nel mio occhio infra sottile. Morandi è un precipizio di linee, uno dei primi minimalisti. GIORGIO MORANDI È IL MICHELANGELO ANTONIONI DEL DISEGNO.