Via Gioacchino Rossini 3, 20122 Milano
LUN – MER CHIUSO
GIO – DOM 14.00 / 19.00
ARTISTI:
Zoe Williams
Carol Rama (Collezione Ramo)
Zoe Williams risponde alle domande di
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo
Dai una definizione di cos’è il disegno per te.
Il disegno per me è una pratica funzionale e allo stesso tempo uno strumento per realizzare un desiderio. Il processo di “drawing” (disegnare), lo interpreto letteralmente come “drawing” (estrarre) qualcosa e trasformarlo in realtà, quindi ha una forte somiglianza con uno strumento o un processo magico secondo me. Penso al disegno come un gioco, come un testo o come un simbolo. Come la possibilità di trasformare in realtà relazioni che non potrebbero esistere nella realtà conosciuta, disegnare ciò che non è visibile, ciò che è inconscio, e creare collegamenti irriverenti tra le cose.
Qual è il tuo rapporto con il disegno? E con la storia dell’arte italiana del secolo scorso?
Il disegno è alla base della mia pratica in molti modi, è prima cosa che faccio quando cerco di immaginare un progetto, che sia un’installazione, una performance, un film, una ceramica o proprio una serie di disegni. Il disegno deve mettere alla prova i limiti di queste cose e agire come un intermediario tra le mie idee e la loro realizzazione. Spesso, penso che quello che davvero mi interessa restituire nei miei disegni è un senso di gioco e piacere del movimento, e questo è quello che vorrei raggiungere anche nella mia pratica artistica in generale. In fin dei conti questo è difficile, ma quello che cerco è la tensione nel raggiungerlo.
In termini di mia relazione con la storia dell’arte italiana del secolo scorso, credo di essere ispirata più da figure specifiche di questo tempo rispetto a movimenti in generale. A questo proposito, il lavoro di Carol Rama mi ha affascinato e ispirato per anni ed è qualcosa che ha influenzato profondamente la mia pratica. I suoi primi acquerelli di corpi estatici, spesso costretti, che si masturbano in mezzo a un’orchestra di animali, pennelli da barba, occhi, scarpe e pellicce sono come uno strappo violento e sono affascinata dal confronto indisciplinato di violenza ed erotismo che esiste al loro interno. Sono anche interessata a come queste tematiche vengono distillate e rielaborate attraverso i suoi lavori più astratti con gomme, occhi tassidermici e pittura.
Anche i film di Pier Paolo Pasolini, come I racconti di Canterbury e Medea, sono tra le influenze più importanti della mia pratica. Mi interessa come Carol Rama e Pasolini hanno agito come individui, come figure “ribelli”, in qualche modo fuori da movimenti specifici, come il loro lavoro si relazioni alle condizioni socioeconomiche del tempo e, non meno importante, come il loro approccio può essere letto come una stravagante critica al consumismo e alle restrizioni operate dal fondamentalismo religioso e dal fascismo.
Perché hai scelto quest’opera della Collezione Ramo?
Ho scelto questo lavoro per il mio amore e interesse che ho sviluppato nel tempo per Carol Rama e la sua opera. Gli occhi tassidermici, le equazioni atomiche e il sangue viscerale come inchiostro imbrattato sulla carta sembra fondere l’umano, l’oggetto e l’animale in una ricca zuppa. In questo disegno percepisco anche richiami ai suoi precedenti acquerelli figurativi, che erano stati censurati negli anni ’30 durante l’epoca fascista. Mi incuriosisce lo spostamento dell’artista verso l’astrazione, ma anche il persistere di quel senso animalesco che evoca tutta la sua opera. La rappresentazione
orgogliosa della “differenza” o della cosiddetta perversione e abiezione, insieme alla sensualità, credo che siano aspetti che Carol Rama ha utilizzato come arma incredibile, la quale non è sempre stata compresa o valorizzata correttamente durante la sua vita.
Ho provato a lavorare intorno a questo lavoro e a usarlo come catalizzatore o come specchio magico per creare un tributo all’opera di Carol Rama attraverso la mia opera. I disegni che espongo presentano gli oggetti e la vita animale come principali protagonisti, pur mantenendo il corpo sempre presente nell’immagine.