Via Giuseppe Luosi, 30, 20131 Milano
LUN – MAR CHIUSO
MER – VEN 14.30 / 19.00
SAB 11.30 / 18.00
DOM CHIUSO
ARTISTI:
Stefano De Paolis
Fabio Mauri (Collezione Ramo)
Stefano De Paolis risponde alle domande di
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo
Dai una definizione di cos’è il disegno per te.
Percepisco il disegno come qualcosa di molto vicino al pensiero stesso, e quindi trovo che sia un linguaggio particolarmente astratto e in divenire; oppure tutto in potenza.
Qual è il tuo rapporto con il disegno? E con la storia dell’arte italiana del secolo scorso?
Il mio rapporto con il disegno è sempre stato piuttosto immediato, rispetto ad altri linguaggi; trovo che ciò sia dovuto ad un certo mio temperamento che ben si adatta a quelle qualità che sono proprie del disegno, almeno nel suo senso più progettuale.
La storia dell’arte italiana del Novecento invece è un territorio molto interessante, dove ho scoperto delle figure e delle pratiche con le quali ho potuto allacciare un dialogo fuori dal tempo, o unirmi ad un discorso in cui mi sento compreso e invitato ad esprimermi.
Perché hai scelto quest’opera della Collezione Ramo?
Quest’opera di Fabio Mauri rappresenta il celebre logo dell’etichetta discografica “his master’s voice” (in Italia meglio nota come “la voce del padrone”), che ritrae un cagnolino che ascolta la voce del proprio padrone, defunto, attraverso un grammofono. un’immagine iconica e commuovente al tempo stesso, che Mauri intende come emblema ambiguo del mondo, ma che rende qui in maniera molto delicata, perforando il cartoncino in modo da delineare il contorno delle due figure, quasi come fosse il lavoretto di un bambino o il cartone preparatorio di un affresco; due dimensioni che credo si accordino bene con l’atmosfera della mia mostra.