Via Francesco Viganò 4, 20124 Milano
LUN CHIUSO
MAR-SAB 11.00 – 19.00
DOM CHIUSO
ARTISTI:
Juul Kraijer
Betty Danon (Collezione Ramo)
Juul Kraijer risponde alle domande di
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo
Dai una definizione di cos’è il disegno per te.
Disegnare a carboncino per me è come nuotare per una foca o volare per una rondine. È completamente naturale e mi permette di avere piena libertà. Mi piace vedere come, durante il processo di applicazione del carboncino, attraverso varie cancellature e nuove aggiunte, l’immagine prende forma sotto le mie mani. Il carboncino sulla carta sfiora l’immaterialità. Rimane come uno strato sottilissimo e si fissa appena: proprio come il motivo che decora l’ala di una farfalla.
Qual è il tuo rapporto con il disegno?
Partendo dalla mia adolescenza, il disegno è stato il mio primo amore, specialmente quelli in bianco e nero e monocromatici. Dalle bozze dei Faraoni egizi alle illustrazioni del XVIII secolo dei miniaturisti indiani, fino agli straordinari disegni di Goya e Seurat. I primi 15 anni della mia pratica artistica sono stati quasi interamente dedicati al disegno: a carboncino e occasionalmente a pastello o conté, e talvolta su scala monumentale.
E con la storia dell’arte italiana del secolo scorso?
Amo l’essenza silenziosa delle opere di Morandi e le sculture incomplete, nate dalla materia grezza, di Medardo Rosso.
Perché hai scelto quest’opera della Collezione Ramo?
Ho scelto un disegno meravigliosamente silenzioso e minimale di Betty Danon. Sebbene lo stile sia molto diverso dalle mie opere, penso che ci siano forti somiglianze nel modo in cui l’opera cerca di influenzare chi osserva, portando la mente lontano dalla banalità quotidiana.
Come la maggior parte delle mie opere, anche il disegno di Danon è in bianco e nero, un passo indietro rispetto alla nostra realtà a colori. Il suo lavoro consiste in una stratificazione di due tipi di linee, le prime uniformemente distanziate e le altre ritmiche, simili a una scrittura musicale. Entrambe sono disegnate con la massima concentrazione, come un esercizio di meditazione. La moltitudine scintillante di linee grigie di Partitura Asemantica trova un parallelismo con le centinaia di piccole foglie di carboncino che oscillano nel mio disegno.
Un ulteriore motivo per cui ho scelto questo disegno è che non si tratta di uno schizzo, ma di un’opera finita. E che è stata realizzata da un’artista donna, una delle poche nella collezione.