Galleria Tiziana Di Caro

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Via Gioacchino Rossini 3, 20122 Milano

LUN CHIUSO
MAR-DOM 12.00 – 19.00

ARTISTI:
Luca Gioacchino di Bernardo
Gianfranco Baruchello (Collezione Ramo)



Luca Gioacchino Di Bernardo risponde alle domande di
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo

Dai una definizione di cos’è il disegno per te.

Il disegno è per me la più antica testimonianza dell’esigenza -tutta umana- di dover arrivare ad un compromesso con le proprie contingenze esistenziali: mi piace pensare che, nei volti così espressivi delle fiere rappresentate nelle pitture parietali di Lascaux, ci siano impressi l’angoscia provata dagli antichi cacciatori nel riconoscersi nelle proprie prede e, al contempo, il tentativo di esorcizzare tale epifania attraverso il racconto, il ricordo, la traccia di sé.

Qual è il tuo rapporto con il disegno? E con la storia dell’arte italiana del secolo scorso?

Disegno da quando ho ricordi di me stesso e -nonostante questa pratica mi accompagni da sempre- non posso dire di avere un rapporto sereno con essa: un disegno è letteralmente un riflesso celebrale che, correndo lungo il braccio, sfocia nella realtà creando inevitabilmente un fastidioso quanto necessario compromesso con quest’ultima. 

Credo che gli artisti italiani del secolo scorso abbiano sentito-  più di tutti gli altri loro contemporanei- l’esigenza di doversi scrollare di dosso il pesante fardello della tradizione storico-artistica e della sua inevitabile (quanto imbarazzante) deriva accademica e oleografica. 

Questo scenario ha comportato troppo spesso, ai miei occhi, il tentativo di rendere il disegno come opera a sé stante un banale schiaffo al gusto borghese.

Trovo, quindi, entusiasmanti, le esperienze di artisti che hanno operato al di fuori della griglia della complessa battaglia politica e ideologica presente in Italia dal dopoguerra in poi.

Amo i ritratti di Emilio Villa, i corpi di Giacometti, l’ermetismo di Carlo Alfano e la perfezione ascetica di Morandi.

Perché hai scelto quest’opera della Collezione Ramo?

Ho scelto Skizo corpus philosophica – stima per il lavoro di Gianfranco Baruchello a parte – poiché trova riscontro con una mia tutt’ora viva ricerca tra la stretta comunanza archetipica tra l’albero e la figura umana.