c/o ArtNoble gallery
Via Ponte di Legno, 9
20134 Milano
LUN CHIUSO
MAR-DOM 15.30-19.30
ARTISTI:
Sergio Breviario
Mario Merz (Collezione Ramo)
Sergio Breviario risponde alle domande di
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo
Dai una definizione di cos’è il disegno per te.
Il disegno per me è un sistema efficace di visualizzazione del tempo. È la luce che diventa ombra e viceversa.
Quali tecniche e processi creativi utilizzi quando lavori su carta?
Consapevolmente non metto in pratica alcun processo creativo, devo però ammettere di avere una certa dedizione per il supporto del disegno, il quale attrae la mia attenzione e ruba una parte considerevole del mio tempo. Da ragazzo volevo disegnare su qualcosa di impalpabile, un supporto impossibile da mettere a fuoco: trovai una carta per architetti, una carta in poliestere, utile a tale scopo. Per i disegni realizzati nel corso di questi ultimi mesi ho utilizzato una carta con della mica al suo interno. La mica è un minerale avente la caratteristica di riflettere la luce con cangianze sempre diverse. È come disegnare su uno specchio che fa’ i capricci.
Perché hai scelto quest’opera della Collezione Ramo?
Ho scelto un’opera di Mario Merz (Fibonacci, 1070), composta da una serie di numeri che si susseguono formando una linea verticale al centro del foglio: una delle catene di Fibonacci che hanno reso celebre l’artista.
La catena di Fibonacci non riguarda solo l’uomo ma la natura, è un modo per rappresentare l’universalità di ciò che chiamiamo vita. Riguarda tutti.
Chi si occupa di arte italiana riconosce in questi numeri l’opera di Mario Merz, ma se questo foglio finisse sul tavolo di un matematico…. addio Mario e tali numeri tornerebbero semplicemente ad essere Fibonacci. Allo stesso modo se una maestra delle elementari scrivesse questi numeri con il gessetto bianco su una nera lavagna in ardesia, gli alunni capirebbero dopo poco che si sta parlando di addizioni. Semplice, efficace e per alcuni versi divertente. Il nostro Mario, e con nostro interno richiamare l’attenzione di chi ama l’arte italiana, ci parla di universo, di natura, di vita, senza cercare di persuaderci con un particolare talento narrativo o con doti tecniche legate al disegno. Quest’opera è un pezzetto piccolo nel percorso di un grande artista ma, anche se piccolo, questo pezzetto è in grado di trattenere tutta l’intensità di un messaggio universale e, per questa ragione, sono felice di poterlo avere in mostra.
Che valore ha per te il dialogo con il disegno moderno?
Sono nato nel 1974, sono cresciuto con le televisioni di B., ho vissuto il tentativo di autodefinirsi del Post-moderno, il Grunge, la nascita di internet, la diffusione del CD e il suo fine vita (delusione totale), l’11 settembre, la Techno, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, la messa in discussione della globalizzazione, fino a ritrovarmi nelle sale cinematografiche il film di propaganda (ormai fuori tempo massimo) di Christopher Nolan sulla figura di Robert Oppenheimer, e mi chiedete che valore abbia per me dialogare con il disegno moderno? Mi rilassa.
Sergio Breviario (1974, Bergamo) – Vive e lavora tra Milano e Bergamo.
La ricerca di Sergio Breviario riflette sullo spazio e sulla relazione tra autore/opera e pubblico, stimolando l’approccio partecipativo. Raramente i suoi lavori sono esposti a parete: più di frequente la messa in scena dell’oggetto artistico diventa a sua volta un processo creativo, volto a sperimentare nuovi linguaggi e ciò che l’artista chiama azioni. La sua poetica si esprime attraverso una sovrapposizione fluida tra disegno e scultura con esiti imprevisti che possono condurre fino alla performance.