Ciaccia Levi

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Via Gioacchino Rossini 3,
20122 Milano

LUN CHIUSO
MAR-VEN 12.00-19.00
SAB 11.00-19.00
DOM 14.00 – 19.00 (solo 24 novembre)

ARTISTI:
Leonardo Devito
Domenico Gnoli (Collezione Ramo)


Leonardo Devito risponde alle domande di
Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della Collezione Ramo

Dai una definizione di cos’è il disegno per te.
Penso al disegno come segno, gesto elementare di tracciare o incidere qualcosa su una superficie. Il disegno per me è una pratica antica e versatile legata da sempre alla progettualità ma anche capace di rendersi autonoma attraverso le sue qualità proprie. Amo il disegno quando penso a Tintin, Charlie Brown, la Pimpa o Picasso, quando, con tratti semplicissimi, si riesce a delineare un’ambientazione e un’atmosfera particolari e allo stesso tempo completamente distanti rispetto alla realtà oggettiva. In questo senso mi piace pensare al disegno come una pratica che si distingue per la sua leggerezza, più propenso per la descrizione e l’illustrazione. Seguendo questa linea mi piace usare il disegno per creare immagini diverse da quelle che realizzo in pittura, spesso molto più narrative e cariche di particolari.

Quali tecniche e processi creativi utilizzi quando lavori su carta?
Ho iniziato a pensare al disegno come pratica autonoma attraverso l’incisione, soprattutto di acquaforte e acquatinta o, più in generale, tutte le tecniche di incisione su lastre metalliche. Approfondendo queste tecniche ho apprezzato il segno della punta sulla lastra che, diversamente da un disegno a matita, lascia un segno secco, un vero e proprio graffio di cui si può regolare, attraverso la morsura in acido, la profondità e l’intensità quasi in maniera scientifica. Il risultato, a mio parere, è magico e quasi irriproducibile con qualsiasi altra tecnica di disegno diretto. Per questo motivo, anche quando disegno direttamente su carta, ricerco tecniche di lavoro che ricordano l’acquaforte, come la punta d’argento o utilizzando matite dalla mina durissima capaci di lasciare segni secchi e precisi.

Perché hai scelto quest’opera della Collezione Ramo?
Mi interessava avere un confronto diretto con un artista che apprezzo molto e la cui opera grafica è stata da sempre legata fortemente al mondo dell’illustrazione. 
Tra tutti i disegni della collezione, il lavoro di Gnoli è quello che mi ha colpito di più e in cui personalmente ho ritrovato una vicinanza con il mio lavoro, sia da un punto di vista tecnico (entrambi utilizziamo molto il tratteggio per il chiaroscuro) ma soprattutto per il carattere illustrativo e narrativo dell’immagine, non dissimile dall’approccio che utilizzo spesso anche io, specialmente nella mia produzione grafica.

Che valore ha per te il dialogo con il disegno moderno?
Penso sia molto stimolante e necessario per un artista contemporaneo poter stabilire un dialogo e un confronto diretto con un artista di un passato recente che apprezza.  Significa sicuramente dare una nuova vitalità contemporanea ad un’opera del passato, confermare e consolidare un passaggio di testimoni. 
Per me ha molto valore poter dialogare con un’opera di Gnoli, di cui da sempre apprezzo il lavoro e che, nel tempo, ha lasciato un’ influenza precisa nella mia pittura.  

LEONARDO DEVITO (1997, Firenze) – Vive e lavora a Torino. Lo stile figurativo di impronta rinascimentale e il rigore compositivo novecentesco incontrano i colori delicati di una narrazione giocosa. Nei disegni su carta è ben visibile il carattere spontaneo e ingenuo con cui Devito realizza le sue opere, con l’intento di sublimare i temi rappresentati. Partendo da un immaginario personale e quotidiano, i soggetti richiamano la fanciullezza e la fiaba, spesso accompagnate da inquietudini macabre.