Castello Sforzesco

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Piazza Castello, 20121 Milano
Ingresso Porta Santo Spirito (lato Cadorna)
Salette della Grafica

LUN CHIUSO
MAR-DOM 10.00-17.30

ARTISTI:
Alberto Martini
Vincenzo Agnetti (Collezione Ramo)


ALBERTO MARTINI: LA DANZA MACABRA
In dialogo con un’opera di Vincenzo Agnetti dalla Collezione Ramo

La mostra indaga il tema dell’allegoria dellamorte e della danza macabra, affrontato da Martini ne L’Albo della morte (1894-1896), ciclo eccezionale di disegni, di chiara ispirazione nordica, per spingersi fino alle celebri cartoline della Danza macabra europea. Si potrà apprezzare anche la lettura dissacrante e satirica che l’artista fornisce agli eventi – politici e sociali – legati all’avvio della Prima Guerra, oltre a preziosi esempi di grafica europea, custoditi anch’essi nelle raccolte del Castello, dedicati appunto al tema della Totentanz, prodotti sia in alta epoca (Hans Holbein il Giovane) che nel corso dell’Ottocento (Alfred Rethel, James Ensor e Félicien Rops), sino ad arrivare alle prove dei suoi contemporanei (come Gaetano Previati e Luigi Russolo).   

Accanto alla straordinaria puntualità calligrafica dell’Albo della morte di Alberto Martini, è esposta un’opera iconica della produzione di Vincenzo Agnetti Forgotten pages memorised, un collage del 1971, il cui bianco contorno delle pagine fa da cornice ad un vuoto nero.

Le pagine sono state dimenticate a memoria, il riquadro fustellato al centro rende ciascun foglio sovrapposto un angoscioso vuoto assoluto. La cultura secondo l’artista è come il cibo che si trasforma in energia, per cui diventa dimenticanza una volta assimilata, ma allo stesso tempo è introiettata e indirizza le nostre azioni. Quindi il vuoto non è assenza ma diventa intenzione ed azione individuale.

ALBERTO MARTINI (1876, Oderzo -1954, Milano) - Disegnatore, pittore, incisore e illustratore, riferimento per Boccioni e precursore del movimento surrealista. Lo stile di Alberto Martini è elegante e altero, l’ambientazione macabra e notturna. Nonostante la consistente produzione che spazia dalla ritrattistica alle affissioni pubblicitarie, dalle tavole per la Biennale di Venezia (1897) ai disegni per la Divina Commedia, il suo temperamento si esprime al meglio nei disegni su carta, nelle conturbanti illustrazioni per Edgar Allan Poe, Verlaine e Baudelaire. Lo scoppio del primo conflitto mondiale ha un forte impatto sulla grafica martiniana, tanto da portarlo a sviluppare il tema dell’allegoria della morte e della danza macabra, come il suo celebre Albo della morte (1894-1896), ciclo di disegni, di chiara ispirazione nordica, per spingersi fino al disegno di grandi dimensioni La guerra, presentato nel 1906 all’Esposizione Internazionale di Milano.